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Ogni coppia ha il suo modo di litigare e questo è dovuto a tutto quell’insieme di regole esplicite ed implicite che stanno alla base della relazione. La violazione delle regole comporta delle sanzioni e ognuno ha il suo stile per farla “pagare” all’altro.
Nelle relazioni con l’altro abbiamo l’opportunità di conoscerci e crescere, tirando fuori il meglio e il peggio di noi. Se in una relazione c’è spazio solo per il pensiero di uno, allora non vi è una costruzione equilibrata del rapporto, mentre se entrambi si impegnano per trovare un accorso allora vi è equilibrio.
Il litigio nella coppia diventa un punto di forza quando lo scopo è il confronto per risolvere costruttivamente il diverbio, non quello di colpevolizzare o di tirare in ballo altre situazioni. Quindi perchè sia un punto di forza, il confronto deve avere dei limiti e non sfociare in relazioni esagerate. Non si cresce se in uno scontro ci si ferisce, ci si offende e non ci si rispetta. Se è vero che litigare è del tutto normale, è anche vero che bisogna saper gestire bene lo scontro, per far si che non diventi motivo di divisione, ma solo un modo per conoscersi meglio e avere un’occasione in più, per fare la pace.
Regole per un litigio costruttivo:
1. determinare l’oggetto della controversia, cioè definire esattamente l’argomento;
2. limitare l’oggetto della controversia, cioè non proporre più di un’ acquasantiera alla volta;
3. concordare il luogo e il tempo, non iniziare a parlare mentre l’altro è occupato o sta per uscire;
4. tenere le distanze, quando siamo arrabbiati non vogliamo l’altro vicino;
5. tenere presente la propria responsabilità nel conflitto;
6. evitare di far ricorso al “museo coniugale”; anche per questo è importante dire subito le cose che non ci vanno bene;
7. non superare la soglia di vulnerabilità dell’altro (il suo punto debole);
8. ascoltare fino in fondo senza interrompere;
9. non rispondere ad un’accusa con un’accusa (es: perchè sei tornato così tardi? e tu perchè spendi tanti soldi nei vestiti?);
10.parlare delle nostre emozioni e dei nostri bisogni insoddisfatti piuttosto che accusare.
“Chiunque può arrabbiarsi, questo è facile.
Ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, e al momento giusto,
e per lo scopo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile.”
Aristotele
Eccoci di nuovo!
Vi ricordate quando abbiamo parlato dell’ Amore e del suo significato?
A volte si pensa quale parola scegliere per esprimere in modo più adeguato quello che si prova dentro.
La lingua italiana offre, infatti,un lessico emotivo particolarmente ricco e suggestivo. In particolare, per quanto concerne l’Amore, esistono termini che ne sottolineano,di volta in volta, la tipicità e l’intensità come: adorazione, affetto, attrazione, desiderio, eccitazione, infatuazione, passione, simpatia e tenerezza.
Quindi…come scegliere le “parole dell’Amore”? Avere la consapevolezza di ciò che si prova aiuta a individuare le parole che meglio possano esprimere ciò che si ha dentro.
Volete esprimere i vostri sentimenti al vostro Lui o Lei? L’appartenere culturalmente e linguisticamente ad un ambiente peculiare vi permetterà di scegliere le parole più adatte, in modo molto semplice e intuitivo. Vi potranno comunque essere d’aiuto anche espressioni appartenenti ad altri contesti linguistici, se lo ritenete opportuno.
Qualunque parola abbiate scelto trovate un momento di intimità per esprime quello che provate.
E spesso, senza ricorrere ad esagerate ricercatezze, un semplice “TI VOGLIO BENE” è la modalità comunicativa ancora più efficace.